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      Questa si fa dal nemico, conducendosi per una cava sotterranea sotto quel luogo che egli intende di rovinare: dove arrivato, cava una piccola stanza, che si addimanda il forno della mina; ed in questo mettendo quantità di polvere, e serrando l'entrata con travamenti fortissimi, quando si viene a darli fuoco, con grandissima rovina si leva in capo tutto quello che gli è di sopra, quando non trovi da svaporare da altro luogo dalle bande; perché la natura sua è di far forza verso tutte le parti, e di rompere finalmente dove trova minore resistenza. Come si possa arrivare con la strada sotterranea al luogo destinato per minarsi, come si sfugghino l'intoppi che possono occorrere per via, come si prepari il forno e si chiugga, e come se li dia fuoco, non dichiareremo al presente, non essendo la intenzion nostra d'insegnare a ordinare le mine, ma sì bene come ad esse si possa rimediare.
      Se la fortezza, essendo antica, non averà le contramine di già ordinate, bisognerà che i defensori stiano molto vigilanti per accorgersi quando il nimico verrà per minare: il che potran conoscere dallo strepito che farà il nimico nel zappare la strada sotterranea, perché, tenendo un'orecchia appoggiata in terra, si sentirà lo intronamento che sarà fatto all'intorno. Potrassi ancora il medesimo scotimento comprendere da qualche cosa che facilmente si muova, come sarebbe col posare in terra un vaso pieno di acqua, la quale si vedrà tremare allo scuotere della terra percossa da i cavatori. Alcuni usano drizzare in terra un tamburo, sopra il quale postovi sassetti leggieri, o fave, o simili cose che facilmente si movino, le quali, all'intronamento delle percosse di chi cava, si moveranno e renderanno strepito.


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Trattato di fortificazione
di Galileo Galilei
Utet
1980 pagine 68