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      Tolti via i già detti impedimenti, non per questo si porrà ancora il nimico alla batteria, se prima non vedrà d'essere sicuro di poter poi venire all'assalto; né avrà tal sicurezza, se prima non toglie via le offese de i fianchi. Però tenterà d'imboccare ed accecare le cannoniere, o vero, disarmando le piazze della ricoperta delli orecchioni, renderle del tutto inutili. A queste cose si osterà col fare li orecchioni grossi almeno quaranta braccia o ancor cinquanta; perché una muraglia così grossa e massiccia, quando anco venghi tutta rovinata, non si abbasserà mai tanto, che le medesime rovine non ricuoprino le piazze da basso. Ed all'essere imboccate, o, per dir meglio, al fare che, quando bene venghino imboccate, non per questo siano rese inutili, ne dimostreremo il modo più a basso, quando insegneremo la fabrica di un perfetto baluardo, e che al parer nostro possa resistere a qual si voglia offesa.
      Le cose sin qui dette serviranno per impedire e difficultar al nemico il venire all'atto del battere: e questo gli sarà reso ancora malagevole se la fossa sarà assai profonda, perché l'altezza della contrascarpa gli occuperà tanta parte della muraglia, che o non potrà battere se non dal cordone in su (e così le rovine non saranno a bastanza per fargli scala alla salita); o, volendo battere a basso, sarà forzato ad una delle due cose, cioè o ad inalzarsi con cavallieri, battendo da alto a basso con suo poco profitto, sendo che la batteria che viene da alto a basso è di pochissima forza; o vero bisognerà che tagli ed apra la contrascarpa; il che non potrà fare senza lunghezza di tempo e senza pericolo, e massime se ne i fianchi saranno cannoniere che ficchino nella contrascarpa.


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Trattato di fortificazione
di Galileo Galilei
Utet
1980 pagine 68