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      E se bene potrebbe ad alcuno parere, che quanto più fusse grossa, tanto fusse migliore, tuttavia siamo di parer contrario, cioè che si faccia più sottile che sia possibile; anzi se la fortezza non si avesse a mantenere lungo tempo, basterebbe formarla di terra. Ma perché nel processo del tempo i giacci, le nevi, e le pioggie vanno rodendo e consumando il terreno, fa di bisogno vestirlo di muraglia, la quale si farà solamente tanto grossa, aiutandola ancora con la scarpa e contraforti, che basti a sostenere il peso del terrapieno; perché la muraglia sottile, oltre al portar minore spesa, è ancora meno esposta all'essere rovinata che la più grossa. E la ragione è questa: che tirandosi con le artiglierie in una muraglia che non sia passata dalle palle, viene talmente intronata e scossa, che doppo non molti tiri ne cascano grandissimi pezzi; ma la muraglia sottile, dando luogo alle palle, non si scuote, né riceve altra offesa che dove è forata. Per il che, nel risolverci intorno alla grossezza della muraglia, doviamo aver riguardo alla qualità del terrapieno: il quale, se sarà arenoso e non molto fisso, avrà bisogno di più gagliardo sostegno; ma se sarà più tenace e saldo, più sottile muraglia basterà a reggerlo. E per determinare in particolare, per sostenere un terrapieno mediocre, una muraglia che da basso sia grossa tre braccia, e che, a poco a poco assottigliandosi, si riduca a due all'altezza del cordone, e tale si mantenga dal cordone in su, sarà bastante; regolandosi poi col più e col meno, secondo la qualità del terreno.


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Trattato di fortificazione
di Galileo Galilei
Utet
1980 pagine 68