E le difficultà son queste.
Prima, nell'ordine e disposizion delle parole d'Aristotile la particula simpliciter o, vogliamo dire, absolute è attaccata col verbo si muovono, e separata dalla parole cause: il che è gran presunzione a favor mio; poiché la scrittura e 'l testo dice: "Le figure non son cause del muoversi semplicemente in su o in giù, ma sì bene del più tardo o più veloce"; e non dice: "Le figure non sono semplicemente cause del muoversi in su o in giù"; e quando le parole d'un testo ricevono, trasposte, senso differente da quello ch'elle suonano portate con l'ordine in che l'autor le dispose, non conviene il permutarle. E chi vorrà affermare che Aristotile, volendo scrivere una proposizione, disponesse le parole in modo ch'elle importassero un sentimento diversissimo, anzi contrario? contrario, dico, perché, intese com'elle sono scritte, dicono che le figure non son cause del muoversi; ma trasposte, dicono le figure esser causa del muoversi, ec.
Di più, se la 'ntenzione d'Aristotile fusse stata di dire che le figure non son semplicemente cause del muoversi in su o in giù, ma solamente cause secundum quid, non occorreva che soggiugnesse quelle parole "ma son cause del più veloce o più tardo". Anzi, il soggiugner questo sarebbe stato non solo superfluo, ma falso: conciossiaché tutto il corso della proposizione importerebbe questo: "Le figure non son causa assoluta del muoversi in su o in giù, ma son ben causa assoluta del tardo o del veloce": il che non è vero; perché le cause primarie del più o men veloce vengon da Aristotile, del 4 della Fisica, al testo 71, attribuite alla maggiore o minor gravità de' mobili, paragonati tra di loro, e alla maggiore o minor resistenza de' mezzi, dependente dalla lor maggiore o minor crassizie; e queste vengon poste da Aristotile come cause primarie, e queste due sole vengono in quel luogo nominate; e la figura vien poi considerata, al t. 74, più presto come causa strumentaria della forza della gravità, la quale divide o con la figura o con l'impeto; e veramente la figura per sé stessa, senza la forza della gravità o leggerezza, non opererebbe niente.
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