Il Nostro, che sempre era stato assai sensitivo alle contradizioni e lo era più che mai in questo momento, in cui, penitenziato dall'Inquisizione, avrebbe voluto che gli avversari si astenessero da qualunque opposizione la quale potesse ritardare la grazia attesa da Roma, deve aver subito formato il concetto di rispondere: e alla risposta s'andava preparando nel modo ch'egli soleva, cioè col postillare sui margini il libro del Rocco. Fra Fulgenzio Micanzio scriveva su tal proposito a Galileo il 25 febbraio 1634: "Il pensiero di V. S. di non far altro che note brevi e marginali al libro mi piace, e si potrà far ristampare con quelle. Ma perchè in alcuni luoghi la margine non bastarà, direi che facesse legare il libro con alcune carte bianche fra mezo li fogli, chè così averà comodità di notare il puoco e 'l molto, e puoi si rissolverà"(95). Possiamo dire che Galileo si attenesse appunto al consiglio di Fra Fulgenzio; poichè, oltre alle note marginali alla scrittura del Peripatetico, stese alcuni tratti di una più ampia risposta, alla quale però mantenne il carattere di postille (e così egli stesso le chiamava(96)) a singoli passi delle Esercitazioni: postille non di poche parole o di poche linee, ma che si allargano per più pagine e in cui sono svolte a lungo le dottrine che nelle note marginali sono appena accennate; destinate alla pubblicazione, e per questo un po' meno violente nelle espressioni; tali, insomma, che si possono assomigliare, quanto al genere, ai paragrafi del Saggiatore o della Risposta al Discorso apologetico di Lodovico delle Colombe.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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