Ma venendo pił avanti, dalla proporzione che hanno le due velocitą di Giove e di Saturno, e dalla distanza che č tra gli orbi loro e dalla proporzione dell'accelerazion del moto naturale, si puņ ritrovare in quanta altezza e lontananza dal centro delle lor revoluzioni fusse il luogo donde e' si partirono. Ritrovato e stabilito questo, si cerca se Marte scendendo di lą sino al suo orbe [...] si trova che la grandezza dell'orbe e la velocitą del moto convengono con quello che dal calcolo ci vien dato; ed il simile si fa della Terra, di Venere e di Mercurio, de i quali le grandezze de i cerchi e le velocitą de i moti s'accostano tanto prossimamente a quel che ne danno i computi, che č cosa maravigliosa.
SAGR. Ho con estremo gusto sentito questo pensiero, e se non ch'io credo che il far quei calcoli precisamente sarebbe impresa lunga e laboriosa, e forse troppo difficile da esser compresa da me, io ve ne vorrei fare instanza.
SALV. L'operazione č veramente lunga e difficile, ed anco non m'assicurerei di ritrovarla cosģ prontamente; perņ la riserberemo ad un'altra volta115, e per ora ritorneremo al nostro primo proposito, ripigliando lą di dove digredimmo, che, se ben mi ricorda, eramo sul determinare come il moto per linea retta non puņ esser di uso alcuno nelle parti del mondo bene ordinate; e seguitavamo di dire che non cosģ avviene de i movimenti circolari, de i quali quello che č fatto dal mobile in sč stesso, gią lo ritien sempre nel medesimo luogo, e quello che conduce il mobile per la circonferenza d'un cerchio intorno al suo centro stabile e fisso, non mette in disordine nč sč nč i circonvicini.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Giove Saturno Marte Terra Venere Mercurio
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