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      Dimostrazione concludente, le macchie esser contigue al corpo solare.
     
      Moto delle macchie verso la circonferenza del Sole apparisce tardo.
      Figura delle macchie stretta verso la circonferenza del disco solare, e perchè apparisca tale.
     
     
      Macchie solari non sono di figura sferica, ma distese come falde sottili.
      SIMP. Io, per dire il vero, non ho fatto nè sì lunghe nè sì diligenti osservazioni, che mi possano bastare a esser ben padrone del quod est di questa materia; ma voglio in ogni modo farle, e poi provarmi io ancora se mi sucedesse concordare quel che ci porge l'esperienza con quel che ci dimostra Aristotile, perchè chiara cosa è che due veri non si posson contrariare.
     
     
     
      Del cielo per la gran lontananza non si può resolutamente parlare, per Aristotile.
      SALV. Tuttavolta che voi vogliate accordar quel che vi mostrerà il senso con le più salde dottrine d'Aristotile, non ci averete una fatica al mondo. E che ciò sia vero, Aristotile non dic'egli che delle cose del cielo, mediante la gran lontananza, non se ne può molto resolutamente trattare?
     
      SIMP. Dicelo apertamente.
     
      SALV. Il medesimo non afferm'egli che quello che l'esperienza e il senso ci dimostra, si deve anteporre ad ogni discorso, ancorchè ne paresse assai ben fondato? e questo non lo dic'egli resolutamente e senza punto titubare?
      Il senso prevale al discorso, per Aristotile.
      SIMP. Dicelo.
     
      SALV. Adunque di queste due proposizioni, che sono ambedue dottrina d'Aristotile, questa seconda, che dice che bisogna anteporre il senso al discorso, è dottrina molto più ferma e risoluta che l'altra, che stima il cielo inalterabile; e però più aristotelicamente filosoferete dicendo "Il cielo è alterabile, perchè così mi mostra il senso", che se direte "Il cielo è inalterabile, perchè così persuade il discorso ad Aristotile". Aggiugnete che noi possiamo molto meglio di Aristotile discorrer delle cose del cielo, perchè, confessando egli cotal cognizione esser a lui difficile per la lontananza da i sensi, viene a concedere che quello a chi i sensi meglio lo potessero rappresentare, con sicureza maggiore potrebbe intorno ad esso filosofare: ora noi, mercè del telescopio, ce lo siam fatto vicino trenta e quaranta volte più che vicino non era ad Aristotile, sì che possiamo scorgere in esso cento cose che egli non potette vedere, e tra le altre queste macchie nel Sole, che assolutamente ad esso furono invisibili: adunque del cielo e del Sole più sicuramente possiamo noi trattare che Aristotile.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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