La particola lasciata è un aeque bene: bisogna dunque esaminare se si possa egualmente bene sodisfare al tutto con questo e con quello assunto.
SALV. Il vedere se l'una e l'altra posizione sodisfaccia egualmente bene, si comprenderà da gli esami particolari dell'apparenze alle quali si ha da sodisfare, perchè sin ora si è discorso, e si discorrerà, ex hypothesi, supponendo che quanto al sodisfare all'apparenze amendue le posizioni sieno egualmente accomodate. La particola poi, che voi dite essere stata lasciata da me, ho più tosto sospetto che sia superfluamente aggiunta da voi: perchè il dire "egualmente bene" è una relazione, la quale necessariamente ricerca due termini almeno, non potendo una cosa aver relazione a sè stessa, e dirsi, v. g., la quiete esser egualmente buona come la quiete; e perchè quando si dice "Invano si fa con più mezi quello che si può fare con manco mezi", s'intende che quel che si ha da fare deva esser la medesima cosa, e non due cose differenti, e perchè la medesima cosa non può dirsi egualmente ben fatta come sè medesima, adunque l'aggiunta della particola "egualmente bene" è superflua ed una relazione che ha un termine solo.
Nell'assioma Frustra fit per plura etc. l'aggiugnere aeque bene è superfluo.
SAGR. Se noi non vogliamo che ci intervenga come ieri, ritornisi di grazia nella materia, ed il Sig. Simplicio cominci a produr quelle difficultà che gli paiono contrarianti a questa nuova disposizione del mondo.
SIMP. La disposizione non è nuova, anzi antichissima; e che ciò sia vero, Aristotile la confuta, e le sue confutazioni son queste.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Frustra Aristotile
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