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      apparirà in F; ma la fissa D averà mantenuta(188) la medesima lontananza dal polo.
     
      SALV. Veggo che voi intendete benissimo. Credo che voi comprendiate ancora, come, per esser la stella B più bassa della C, l'angolo che vien costituito da i raggi della vista che partendosi da i due luoghi A, E si congiungono in C, cioè quest'angolo ACE, è più stretto, o vogliam dir più acuto, dell'angolo costituito in B da i raggi AB, EB.
     
      SIMP. Si vede al senso benissimo.
     
      SALV. Ed anco, per esser la Terra piccolissima e quasi insensibile rispetto al firmamento, ed in conseguenza(189) per esser brevissimo lo spazio AE, che si può camminare in Terra, in comparazion dell'immensa lunghezza delle linee EG, EF da Terra sino al firmamento, venite a intendere che la stella C si potrebbe alzare e allontanar tanto e tanto dalla Terra, che l'angolo costituito in essa da i raggi che partono da i medesimi punti A, E divenisse acutissimo e come assolutamente insensibile e nullo.
     
      SIMP. E questo ancora intendo io perfettamente.
     
      SALV. Ora sappiate, Sig. Simplicio, che gli astronomi e matematici hanno trovate regole infallibili, per via di geometria e d'aritmetica(190), da potere, mercè della quantità di questi angoli B, C e delle loro differenze, congiugnendovi la notizia della distanza de i due luoghi A, E, ritrovare a un palmo la lontananza delle cose sublimi(191), tuttavolta però che detta distanza e detti angoli siano presi giusti.
     
      SIMP. Talchè, se le regole dependenti dalla geometria e dall'aritmetica son giuste, tutte le fallacie ed errori che s'incontrassero nel volere investigar tali altezze di stelle nuove o di comete o di altro, convien che dependano(192) dalla distanza AE e da gli angoli B, C, non ben misurati.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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