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      SALV. Tu, Aristotile, determini i moti semplici esser quelli che si fanno per linee semplici, e chiami linee semplici la retta e la circolare. Ora, se la simplicità si deve attendere dalla simplicità della linea, il moto per una retta che passi per il centro sarà semplice, e come tale potrà esser naturale di qualche corpo semplice; e tale ancora sarà quello che traversi il cerchio senza passar per il centro: tuttavia poi tu dirai che il moto per la medesima retta sino al centro sarà contrario al conseguente per la medesima retta oltre al centro; e non vorrai più che il medesimo moto che tu chiamavi semplice, mercè dell'esser fatto per una stessa retta semplice convenga al medesimo corpo semplice, e vorrai che nell'istessa retta semplice siano moti contrarii.
      Il convenirsi il moto semplice al corpo semplice bisogna che sia un moto la cui simplicità si attenda da altro che dalla simplicità della linea; perchè così il moto al centro non sarebbe proprio e naturale de i gravi più che il moto dal centro....
     
     
     
     
     
     
     
     
     
      DAL LIBRO DI G. B. MORIN
     
      FAMOSI ET ANTIQUI PROBLEMATIS
     
      DE TELLURIS MOTU VEL QUIETE
     
      HACTENUS OPTATA SOLUTIO.
     
     
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      CON LE NOTE DI GALILEO.
     
     
      FAMOSI ET ANTIQUI PROBLEMATIS
     
      DE TELLURIS MOTU VEL QUIETE
     
      HACTENUS OPTATA SOLUTIO
     
      AD EMINENTISSIMUM CARDINALEM RICHELIUM DUCEM ET FRANCIAE PAREM
     
      A IOANNE BAPTISTA MORINO
     
      APUD GALLOS E BELLEIOCENSIBUS FRANCOPOLITANODOCTORE MEDICO ATQUE REGIO PARISIIS MATHEMATUM PROFESSORE.
      PARISIISM.DC.XXXI.
      CUM PRIVILEGIO ET APPROBATIONE.
     
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Aristotile