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      fac. 29. non intende, quanto dal moto annuo e medianti le regressioni de i 3 superiori si trovino le loro distanze.
      fac. 30. Adunque, per il tuo medesimo discorso, meglio si troveranno le distanze de i pianeti col solo moto annuo della Terra, il quale leva quello degli epicicli, onde la specolazione resta più semplice ed una.
      fac. 3. Se il cielo lo produce attissimo a queste specolazioni, perchè lo vuoi far tu inettissimo?
      fac. 30. ... Quanto sia ...sca questa risposta, si fa manifesto da questo, che Iddio fa muover la Terra, e non l'uomo, per le contemplazioni celesti, e di più non costituisce l'uomo in quiete, anzi lo pone in continui movimenti per l'acquisto di cose frivolissime, mercantando ricchezze, cacciando fiere, e bestialissimamente distruggendosi tra di loro in guerre. Si vede dunque che per non dar quell'incomodo, del qual si parla, all'uomo, ha fatto non muoversi con le proprie gambe, ma l'ha fatto andare in lettiga, anzi in letto, movendo i palazzi, le città e le provincie, sue abitazioni.
      fac. 31, 32. Qui è gran campo di discorrere. Noi non cerchiamo quello che Iddio poteva fare, ma quello che Egli ha fatto. Imperò che io vi domando, se Iddio poteva fare il mondo infinito o no: se Egli poteva e non l'ha fatto, facendolo finito e quale egli è de facto, non ha esercitato della Sua potenza, in farlo così, più che se l'avesse fatto grande quanto una veccia; e se Egli, per mostrar la Sua onnipotenza, lo fa muovere in 24, questo è come nulla, rispetto al poterlo far muovere in un'ora sola molte migliaia e milioni di revoluzioni.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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