Fra i quali in questi tempi, in questa nova Atene (ove fioriscono non meno gl'ingegni che la cristiana libertą, i studi e le scienze che la divinitą delle leggi ed i costumi), essendo vulgata ed esaminata da' litterati con varii sentimenti la posizione del Sig. Galileo Galilei circa la struttura e condizioni d'i corpi celesti, e di pił nelle publiche catedre (ove spesso da miei scolari si difende quanto nelle naturali scolastiche lasciņ scritto Aristotile); per obiezzioni addottemi son stato necessitato all'impresa di queste mie Esercitazioni Filosofiche, per le quali non intendo rispondere ad altro che a quel che ad esso Aristotile ripugna.
Questo fine mi ha mosso, non gią perchč io creda la filosofia di esso in ogni parte infallibile, o i suoi discorsi totalmente e sempre dimostrativi; anzi stimo per certo, la verace filosofica sapienza nč a lui nč ad alcun altro de gli omini esser stata giamai per vie naturali pienamente concessa. L'umano sapere, effetto principale dell'anima nostra, non eccede il vigore della cagione; non potrą dunque da lei, finita, ricever virtł d'attingere l'infinitą d'i scibili, massime del supremo, che č l'unico fonte di conoscenza. L'oggetto e la potenza cognoscitiva hanno proporzione scambievole; se dunque ella, limitata, tende all'attingenza dell'immenso, attraendosi fuor di sč stessa, nč attingendo quello, si annienta. Oltre che ella medesima, quasi del tutto a sč incognita, quali conoscenze potrą aver scienziali e distinte di i suoi effetti? e cognizioni forse per cause senza cause? totalitą di scienza col mancamento di principali principii e del tutto?
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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