Per tutte queste cagioni dunque intende aver provato Aristotile che il corpo sia perfetto, contra la qual determinazione primieramente argomenta il Sig. Galileo. Consideraremo per tanto le sue obiezzioni, e vedremo di quanto momento siano: e per più familiar discorso volgerò il parlare con termini riverenti all'istesso Sig. Galileo.
Credete dunque, avanti ogni altra cosa, che Aristotile con la predetta dottrina abbia voluto provare la perfezzione ed integrità del mondo? Ecco le parole vostre formali, a car. 2: "È il primo passo del progresso peripatetico quello dove Aristotile prova l'integrità e perfezzione del mondo, coll'additar come ei non è una semplice linea nè una superficie pura, ma un corpo adornato di lunghezza, di larghezza e di profondità etc.". E pure (rispondo io) è manifesto, per la lettera di esso Aristotile (la quale io non ho voluto rescrivere ad unguem per fuggir il tedio; e sanno i dotti che non mento in queste citazioni), che quivi non intende egli provar sin ora in modo alcuno che il mondo sia perfetto, ma sì bene il corpo, che è il suo genere, e da questo metodicamente discendere alla propria perfezzione di esso mondo: come che se alcuno provasse, l'animale esser perfetto, perchè è sostanza animata, non perciò avrebbe provata la perfezzione speciale dell'uomo; anzi, persistendo in questi universali, potrebbe paralogizando conchiudere che l'uomo ed il cane fussero egualmente perfetti, in questa maniera: La perfezzione dell'animale consiste nell'esser sostanza animata sensitiva; il cane e l'uomo sono ugualmente sostanza animata sensitiva; dunque sono egualmente perfetti.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Aristotile Aristotile Aristotile Aristotile
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