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      E se pur altri siano i misteri di questi numeri, e voi come provetto matematico insinuate sapergli, producete frutti di sapienza così singolari al mondo, a beneficio di studiosi, a gloria del vostro nome, e distintamente svelate gli errori di Aristotile col dar il suo dovere a i numeri, e non stiate, in cose importantissime filosofiche, nell'obiezioni meno che dialettiche. Non intendo però che in verità fusse virtù in tali numeri astratti, ma per ritorcervi contra la vostra propria posizione. Procede per tanto Aristotile nella sua dimostrazione filosoficamente dalla natura delle cose, non con vaghezza di retori, come voi dite, anzi, senza mancar dal decente e dal venerabile, è rigorosamente ristretto.
      Mentre poi più a basso, a car. 4, dite che le ragioni di Aristotile, con le quali prova tre esser le dimensioni del corpo, nè più nè meno, non siano sufficienti, e che voi con dimostrazione matematica le dimostrarete meglio, io vi rispondo che sì come una scienza è diversa dall'altra, così parimente i principii e le dimostrazioni devono esser diverse, essendo che in queste e quelli consista la natura ed ordine loro; e quantunque tal ora una conclusione si consideri in diverse facoltà, per dimostrarla poi ciascuna deve usar i proprii principii: altrimenti le scienze sarebbono fra loro confuse, o in una se ne contenerebbono molte; e l'uno e l'altro è falsissimo. È parimente vero che nelle scienze le quali hanno fra sè stesse qualche connessione o dipendenza (il che accade di molte, come della fisica e della medicina, della metafisica e dell'altre particolari), si prende alle volte per più evidenza alcuna proposizione, definizione, o massima dell'altra; ma non è però necessario addurvi anco i principii e ragioni, che si usano proprii in quella onde si prende.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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