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      Vi fingete risposte a vostro modo, e poi egregiamente l'impugnate, e volete dar a creder di aver espugnato Aristotile; a punto come coloro che offendon tal volta le figure, anzi l'ombre, credendo oltraggiare gli essemplari vivi, o come i cani che mordono i sassi in luogo di chi gli scaglia.
      La quinta obiezzione è circa il moto retto de gli elementi, la quale, perchè contiene diversi punti e difficultà, io per più chiarezza la dividerò in molte parti, ponendole ordinate e continuate, e con l'istesso ordine similmente le scioglierò.
      1. La prima è questa. "Se gli corpi integrali del mondo (dite voi) devono esser di lor natura mobili, è impossibile che i movimenti loro siano retti, o altri che circolari: e la ragione è assai facile e manifesta. Imperochè quello che si move di moto retto, muta luogo; e continuando di moversi, si va sempre più e più allontanando dal termine onde ei si partì e da tutti i luoghi per i quali successivamente va passando; e se tal moto naturalmente se gli conviene, adunque egli da principio non era nel suo luogo naturale, e però non erano le parti del mondo con ordine perfetto disposte: ma noi supponghiamo, quelle esser perfettamente ordinate: adunque, come tali, è impossibile che abbiano da natura di mutar luogo, ed in conseguenza di moversi di moto retto."
      2. La seconda parte è questa. "In oltre (dite), essendo il moto retto di sua natura infinito, perchè infinita ed indeterminata è la linea retta, è impossibile che mobile alcuno abbia da natura principio di moversi di moto retto, cioè verso dove è impossibile di arrivare, non vi essendo termine prefinito; e la natura, come ben dice Aristotile medesimo, non intraprende a fare quello che non può esser fatto, nè intraprende a movere dove è impossibile di pervenire.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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