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      Anzi, che il fuoco da mille e mille parti per ogni linea tende verso la circonferenza; dir dunque che venga dal centro del mondo, o che, per opposito, colà vada la Terra, non conclude altrimenti, se non supposto che le linee del fuoco, prolongate, passino per il centro del mondo: e così si suppone quel che deve provarsi, cioè che il centro della Terra sia in mezo del mondo, il che è in quistione; anzi (soggiungete) il Sole è in mezo del mondo, non già la Terra: ed in questo modo ancora dichiarate il paralogismo di Aristotile. Ma veniamo ormai ordinatamente alle soluzioni.
      1. Alla prima vi dico, che il moto retto a gli elementi non si conviene mentre che sono ne i proprii luoghi, ma quando ne fussero fuora, già che questa sorte di moto è ordinata dalla natura per condur e collocar questi tali corpi o le lor parti a i suoi luoghi ed ivi conservargli; ed in questa maniera non si allontaneranno nè abandoneranno le proprie sedi, e saranno le parti del mondo con ordine perfetto disposte, come le colonne ne gli edificii. Ma mi potrete ragionevolmente soggiungere: Se non occorre, nè occorrerà mai, che questi corpi siano separati o lontani da i suoi luoghi, dunque mai secondo sè tutti si moveranno, talchè in vano saranno mobili del lor natural moto totale; e così era bene chiamargli immobili, anzi che di fatto sono tali. Vi rispondo che non son mobili in vano, perchè basta che abbino questa facoltà per adoperarla quando gli bisognasse, ancor che mai ciò non accadesse[3]; ed eccovene l'essempio chiaro: l'uomo col suo ardire e valore è atto a far guerre, a domar le fiere, spianar i monti, adequar le valli, e mill'altre operazioni; però non è necessario che venga a questo, ed alle volte possono correr i secoli intieri senza tali occasioni; è perciò questa virtù in vano? non già. Così gli elementi hanno virtù di moversi localmente di moto retto naturale, e, caso che ne abbino bisogno, si movono, altrimenti non è necessario.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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