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      Ma forse direte che si volgea intorno alla superficie concava di altro corpo continente, come, v. g., dell'acqua, o dell'aria. Questo non vale, perchè volete che riceva il moto circolare dal piano orizontale, e che per questo le parti si ritengano in giro; onde se siano dentro un altro corpo o superficie, non saranno impedite, ma in sè stesse si restringerebbono: e poi ciò non si può supporre del primo primo corpo, il qual (dico) sia messo per base o prima pietra nella fabrica del mondo; di questo si parla, ed io ho posto per figura la Terra, ed a voi sia lecito assignare quello che più vi aggrada per primo, e vedrete l'istesso assurdo manifesto. Ma dite meco, e con maggior maraviglia: se prima Iddio avesse formati i corpi mondiali fuora del mondo, e poi per moto retto condottigli a i suoi luoghi, sarebbe stato più il disfacimento che l'opra, più il disordine che l'ordine. Veniamo a pratticarlo. Sia posta in primo luogo, per essempio, la Terra, o quel corpo che vi piace. Ella veniva prima (come abbiam detto) per piani declivi retti; finisce il moto retto, e resta nel suo luogo. Venga l'acqua nel medesimo modo: suppone un'altra machina che la sostenti e ritardi nella declività; questa, per mettersi in giro, deve diffondersi e circondar la Terra. Così l'aria per circondar l'acqua, il fuoco per l'aria, i cieli per gli elementi e per circondar l'un l'altro. Dunque, o non erano formati nelle lor proprie figure, ma era una sola massa di ciascuno informe, nè si possono dir corpi formati atti a moversi, mancandogli la parte più distinta, che è la figura; overo, se erano sferici, nel voler accommodarsi in giro l'uno dell'altro, devono disconciarsi, e di solidi diventar concavi, nè avrebbono di sua natura la figura, ma la riceverebbono a caso, come la cera il sigillo, ed in questo modo sarebbono indistinti, informi, non fatti, bisognosi di esser in mille maniere resarciti: e così nell'acconciar, per essempio, la sfera del ciel stellato intorno a quella di Saturno bisognò disfar tutta quella machina, tornar ad ammassar le stelle, e poi stenderla con esse sopra la forma precedente, nel modo che si formano le statue a colo sopra forme di bronzo o di legno.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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