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      E poi, dove è alto, basso, più e manco, linee e machine, fuora del mondo o avanti di esso? O che bel veder venir a piombo i corpi celesti, e poi ribattendo nel circolare, che riscontrano, si dissolvano come tante palle di vetro o globbi d'aria! Povere stelle! e come poi si riordinorono? Io rinasco per meraviglia, e nel studiar il vostro libro con desio di apprender qualche dottrina seria, mirabile, imparo a favoleggiare. (349)
      La posizione di Platone, che voi adducete per ammantar le vostre, o potria in questo luogo modestamente ributtarsi, il che (difendendo io ora Aristotile, che gli è in questo contrario, e lo chiama per ciò poco versato nelle cose naturali) non mi sarebbe disdicevole; overo, portando riverenza alla fama ed al valor di uomo sì grande, potrei dire che la sua posizione circa di questo avea altra intelligenza. Egli era chiamato divino, perchè, astratto nella speculazione delle cose divine, contemplava le cose naturali nel modo che in Dio gli parevano o le concepiva: e perciò pone prima fabricato il mondo ideale nella divina mente, il che è un esser cognito spiritale; dapoi, per linea retta, cioè con ordine divino e senza errore, abbia in effetto prodotti tutti i corpi che integrano l'universo, ne i luoghi proprii ove si trovano.
      7. Quanto al servarsi l'ordine (che è la settima parte), vi ho detto già che egregiamente si serva, perchè non devono rimoversi i corpi da' proprii luoghi, e nel moto che occorre non nasce confusione, ma è naturalezza.
      8. Ed all'ottava, che sarebbono mobili in vano i corpi che devono moversi di moto retto, se mai si movessero, ho in questa parte risposto a bastanza nella soluzione alla prima instanza, ove anco cascava al proposito: aggiungo però ora, che non è il fine di tali corpi il mutar luogo, anzi che, in quello trovandosi stabili, dar integrità al mondo, concorrere poi con le loro qualità e virtù operative alle generazioni, corruzzioni ed all'altre naturali mutazioni che da essi dipendono sotto il cielo.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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