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      Nella sua Metafisica similmente vuole che in ogni operazione si abbia da aver ricorso e dipendenza ad una causa efficiente prima: e nell'ordine naturale (di cui si parla) si vedono l'une dipendenti dall'altre con ordine essenziale, invariabile, e le sullunari corruttibili tutte; perciò ricorriamo alle celesti. Nè mancano altre ragioni, come sanno quei che sono versati nelle speculazioni e dottrine Aristoteliche. Voglio solo accennarvi che quella parte nella quale voi, Sig. Galileo, dite, la dottrina d'Aristotile non aver altra sussistenza, per provar la diversità de' cieli da gli elementi, che quella della diversità de' moti, è falsa. Vi dico bene che è la più naturale dell'altre, quasi sperimentale, e vi soggiungo che nel suo genere è efficacissima, per quanto può l'umano ingegno, e sola bastarebbe; sì che se voi la buttarete a terra, col provare che anco gli altri corpi, cioè gli elementari, di sua natura si movano circolarmente, per desio ardentissimo del vero mi accosterò alla vostra opinione, dirò che Aristotile abbia errato, e vedrò pacificamente la soversione della più bella parte della sua filosofia, nè mi farà niente di compassione.
      2. Starò per tanto aspettando al suo luogo di veder con nove dimostrazioni moversi la Terra in giro, ed allora concederò qual più vi aggraderà delle tre indotte conseguenze, cioè che, o anch'ella sia ingenerabile, come i cieli, o quelli corruttibili, come è ella, o che la differenza di Aristotile sia nulla. E questo basti per questa parte.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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