Pagina (792/1069)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sia, quanto esser si voglia, denso un globo di fuoco; non descenderà giamai, anzi più salirà che il men denso o che non farà una favilla, se pur da terrestre mistura non sia ritardato: così il caldo in materia più densa sarà più veemente, il freddo, il dolce, l'amaro etc., perchè in quella più raccolta quantità quelli operativi accidenti più si uniscono e sono necessariamente più forti. Il moto per tanto, agente singolare fra gli altri accidenti, dipende effettivamente dalla virtù motrice, o sia dalla forma del corpo mobile o da altro (che non voglio ora entrare in questa disputa), quella indrizza al termine, al luogo prefisso, e secondo che il corpo che deve moversi è più raro o più intenso, così più potentemente vi si imprime esso moto, la potenza o virtù del quale è la velocità e tardità: ed in questo modo quelle virtù motive che di lor natura inclinano al moto retto, in questa disposizion di mole più o manco facilmente lo proseguiscono; quelle tali che ad altro, parimente stabiliscono la sua virtù sopra di queste machine: onde direi, e dico in effetto, che sono indifferenti ad ogni moto, e fondamentalmente servono a tutti; e si vede che i moti circolari artificiali e gli altri, come di ruote o simili, si eseguiscono meglio o peggio conforme alla densità e rarità della materia; onde in questa maniera sono cause accidentali, indifferenti, indeterminate, e nel cielo si accommodano al moto circolare, ne gli elementi al retto, come credo aver dichiarato a bastanza. Ed in questo senso ha parlato Aristotile, nel quarto della Fisica, al testo 86, mentre ha detto: Densum enim et rarum secundum hanc contrarietatem lationis factiva sunt, parlando del moto de gli elementi o del sursum e deorsum, se si potesse far nel vacuo, che del circolare non ha dubio, movendosi (secondo lui) il primo mobile non contenuto da corpo alcuno; e la contrarietà che accenna fra il raro e denso, è parimente occasionale e dispositiva passiva, e tale qual può bastare al moto per virtù principale della forma operante, non che per sè stessa basti nè serva alla corruzzione: di modo tale che, quantunque sia nel cielo il raro e denso, non sar


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Aristotile Fisica Densum