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      Concludelo il moto, che verso la circonferenza del disco solare apparisce tardissimo, e verso il mezo più veloce; concludelo le figure delle macchie, le quali verso la circonferenza appariscono strettissime in comparazione di quello che si mostrano nelle parti di mezo, e questo perchè nelle parti di mezo si veggono in maestà e quali elle veramente sono, e verso la circonferenza, mediante lo sfuggimento della superficie globbosa, si mostrano in iscorcio: e l'una e l'altra diminuzione, di figura e di moto, a chi diligentemente l'ha saputa osservare e calculare, risponde precisamente a quello che apparir deve quando le macchie sian contigue al Sole, e discorda inescusabilmente dal moversi in cerchi remoti, benchè per piccolo intervallo, dal corpo solare, come diffusamente è stato dimostrato dall'amico nostro nelle Lettere delle Macchie Solari al Sig. Marco Velseri. Raccogliesi dalla medesima mutazion di figura che nessuna di esse è stella o altro corpo di figura sferica: imperò che tra tutte le figure solo la sfera non si vede mai in iscorcio, nè può rappresentarsi mai se non perfettamente rotonda; e così quando alcuna delle macchie particolari fusse un corpo rotondo, quali si stimano esser tutte le stelle, della medesima rotondità si mostrarebbe tanto nel mezo del disco solare quanto verso l'estremità; dove che lo scorciare tanto e mostrarsi sottili verso di tale estremità, ed all'incontro spaziose e larghe verso il mezo, ci rende sicuri, quelle esser falde di poca profondità o grossezza rispetto alla lunghezza e larghezza loro.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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