Che le macchie dopo i determinati periodi ritornino le medesime per l'appunto, non lo crediate, Sig. Simplicio, e chi ve l'ha detto vi vuole ingannare: e che ciò sia, guardate ch'ei vi ha taciuto quelle che si generano e quelle che si dissolvono nella faccia del Sole, lontano dalla circonferenza; nè vi ha anco detto parola di quello scorciare, che è argomento necessario dell'esser contigue al Sole. Quello che ci è del ritorno delle medesime macchie, non è altro che pur quel che si legge nelle sopradette Lettere, cioè che alcune di esse siano tal volta di così lunga durata, che non si disfacciano per una sola conversione intorno al Sole, la quale si spedisce in meno di un mese." Poi, rivoltato al Sig. Simplicio, gli dite che secondo Aristotile bisogna anteporre il senso al discorso; e però, essendo questa cognizion sensitiva, deve, con Aristotile, stimarla più ferma che la proposizione la quale asserisce, il cielo esser incorruttibile, già che è incertissima e falsa.
13. Aggiungete, che per virtù del telescopio il cielo si è fatto trenta e quaranta volte più vicino a noi che non era ad Aristotile, onde, per questa maggior vicinanza, gli è più facile conoscerlo sensibilmente e con certezza, e che esso Aristotile non vedeva le macchie predette. Rivolto in nome del Sig. Sagredo a Simplicio, lo compatite, che, mosso dalla forza di questo vero, sia sforzato lasciar Aristotile, e dall'altro canto vaccilli etc. Consolandolo poi, dite che non tema la caduta della filosofia Aristotelica, perchè bisogna riformar i cervelli, non basta apportar nova dottrina; e che i seguaci di Aristotile metteranno in dispregio questa vostra col silenzio, non coll'aguzzargli le penne contro, etc.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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