Potrei ancora dirvi (ma parlo con timore di non errare, e volentieri sentirei più tosto gli altri, ma che dicessero a proposito; pur se commetterò errore, son apparecchiato all'emenda, mi sottopongo alla correzzione[16]), che essendo i cieli in alcune parti più densi, in altre più rari (come senza controversia ammette ciascuno), ed essendo grande la diversità de' moti con velocità differentissima tra loro, non sarebbe inconveniente che qualche stella vera e reale per alcun tempo, mossa però nel suo orbe ove si trova fissa, scorresse sopra falde o striscie dense dell'orbe inferiore, talchè alla nostra vista la occultassero, e poi, capitando nelle parti più rare, ci si rendesse visibile, tornando di novo ad immergersi in altre densità e farsi invisibile, nella maniera giusto che fa il Sole nell'entrar ed uscir dalle nubi; e questi accidenti non accadano così regolati nè osservabili in determinati periodi di tempi per la multiplicità deforme di moti celesti e per l'irregolarità del raro e del denso ch'ivi potrebbe essere: ed in questo modo (che da più accurato esame potria ridursi a perfezione più puntuale), senza dar dissoluzioni ne i cieli, senza negar il senso, nè ponere altre posizioni inintelligibili e ripugnanti, si troverebbe concordia stabile nella peripatetica filosofia[17]. Delle stelle Medicee direi che siano vere stelle celesti, ingenerabili, impassibili (presagio di felicità impermutabile all'augustissima Casa di Medici), e se mai non si occultano, ciò avvenga per non aver gli intoppi predetti di densità diverse: e se da gli antichi non siano annoverate fra l'altre stelle, questo è perchè non sono visibili a tutti, ma ci bisogna l'instromento atto per vederle[18]; ed essi solo delle conosciute communemente han parlato, accennando dell'altre col nome di nubilose e di oscure.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Sole Medicee Casa Medici
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