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      9. Erra finalmente il vostro Simplicio, massime intendendo di parlar con fondamenti di Aristotile, il quale ha bandito dal cielo ogni effetto casuale e fortuito, ne ha levato via ogni passibilità e penetrabilità, ogni irregolarità e disconcio; e nondimeno esso Simplicio casualmente vuol che concorrino, variino sito, penetrino il cielo. La constituzione nell'eccentrico del Sole quasi di una cipolla, credo che si abbia da riferir all'opinion di Simplicio, la quale, non essendo accettata da voi, si potrebbe intender reietta: pur se anco questo è pensier vostro, è bello e capriccioso come gli altri; ma altro è dirlo o imaginarlo, altro è farlo credibile o scibile.
      10. Dite, per stabilimento delle vostre posizioni, che essendo questa disputa non di qualche punto di legge o di altri studi umani, ma di conclusioni naturali e necessarie, non gli val l'arbitrio umano, non sottigliezza d'ingegno etc. Ed io dico che in ogni controversia una sola è la verità; ed in questa presente, per esser di cose naturali, ma remotissime in mille maniere da noi e dalla nostra conoscenza, la sua risoluzione è più incerta e più intrigata che gli enimmi della sfinge Tebana: in modo che l'asserirne per indubitato (eccetto alcune cose communissime, come che i cieli sien quanti, visibili, le stelle lucide, lucidissimo il Sole etc.) è più tosto specie d'indovinare che di filosofare; salvo se non staremo ne gli universali, chè all'ora se ne potrà aver cognizione probabile, nel modo appunto che ce la dà Aristotile.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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