d una cosa medesima il scottarsi ed il bagnarsi: ed essendo questo falsissimo, anzi che gli elementi, quanto più sono lontani, tanto più sono differenti (come è manifesto della Terra e del fuoco), il cielo, ch'è lontanissimo pur dalla Terra, avrà da lei diversissimi inescogitabilmente i suoi effetti (come voi stesso dite), e parimente la maniera di produrgli, conciò sia che tale è la proporzione fra le cose fatte e la produzione di esse. Quando dite che sarebbe inutile, come una massa di ghiaccio, di diaspro etc., mi meraviglio di questa illazione, nè so come possiate darvi a credere che non abbia altro modo di operare che col corrompersi. Ve l'imaginate pur massa o materia, di cui abbino da formarsi varie cose, come i vasi di creta o d'altro: e pur ciò è più tosto repugnante che verisimile, e dovrebbe dirsi che come, nobilissimo agente, qui fra noi alle generazioni concorre, così là in altre maniere, forse divine ed a noi inescogitabili, come era inescogitabile il mare a quel vostro abitator di boschi. Nè, per esser efficiente di generazioni e corruzzioni, deve esser generabile e corruttibile: già il lume, il caldo, il Sole, non corrompendosi, producono molte cose.
15. Per queste, dunque, e per altre simili cagioni esaltano i Peripatetici l'incorruttibilità de' cieli, non per il desiderio grande di esser anco essi incorruttibili; anzi per questa ragione (se non fussero pazzi) dovrebbono più tosto biasimarla e spregiarla, essendo cosa da uomini savii fuggir e tener anco a vile quel che, desiderato, non è possibile da conseguirsi, quel che al desio irragionevole apporterebbe pena, non gioia: ce l'insegna la volpe di Esopo, che biasma l'uva che non può cogliere.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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