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      Dunque, o dovrete dire, ponendo il cielo corruttibile, che anco esso sia feccia del mondo; ed ecco l'immensa unica botte di Dio, cioè l'universo, piena solo di feccia: overo che esso non sia corruttibile; e direte bene: o direte, almeno, che i mali non divengano dalle corruzzioni; e parlerete con termini ripugnanti, conciossiachè male e corruzzione sono poco men che sinonimi, e vi opporrete in oltre ad ogni sensata esperienza.
     
     
      Comparazione tra la Luna e la Terra.
     
      ESERCITAZIONE QUINTA.
     
      Questa controversia trattata diffusamente da voi, Sig. Galileo, se bene non totalmente ripugna alla dottrina di Aristotile, pure, per seguir l'ordine e perchè molte cose vi si contengono le quali non si confanno alla commune intelligenza de' Peripatetici, ho determinato, conforme alle precedenti, esaminarla.
      Dite per tanto: "E per cominciar dalle cose più generali, io credo che il globo lunare sia assai differente dal terrestre, ancorchè in alcune cose si veggano delle conformità: dirò le conformità, e poi le diversità".
      1. Prima, convengono nella figura sferica, già che il disco della Luna si vede perfettamente circolare, e circolarmente o per porzioni arcuali riceve il lume dal Sole[23]: che se fusse piana, lo riceverebbe tutto in un tratto, ed in un tratto parimente ne resterebbe spogliata, almeno di una totale superficie; e pur vediamo l'opposito[24].
      2. Seconda, "ella è, come la Terra, per sè stessa oscura ed opaca; per la quale opacità è atta a ricevere e ripercuotere il lume del Sole".
      3. Terza, "la sua materia è densissima e solidissima, non meno della Terra; del che è argomento l'esser la sua superficie, la maggior parte, ineguale, per le molte eminenze e cavità che vi si scorgono mercè del telescopio: delle quali eminenze ve ne sono molte in tutto e per tutto simili alle nostre più aspre e più scoscese montagne, e vi se ne scorgono alcune tirate e continuazioni lunghe per centinaia di miglia; altre sono in groppi più raccolti, e sonvi ancora molti scogli staccati e solitarii, ripidi assai e dirupati; e vi sono alcuni argini assai rilevati, che racchiudono e circondano pianure di diverse grandezze, e formano varie figure, la maggior parte circolari, molte delle quali hanno in mezo un monte rilevato assai, ed alcune poche sono ripiene di materia alquanto oscura, cioè simile a quella delle gran macchie che si veggono con occhio libero, e queste sono delle maggiori piazze; il numero poi delle minori e minori è grandissimo, e pur quasi tutte circolari".


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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