L'essempio è del muro e del specchio; quello rende i raggi ed i lumi solari per tutto, e questo da una sola parte mostra l'istesso Sole, nel resto si mostra oscuro: onde, vedendo noi tutta la Luna illuminata, non deve stimarsi liscia e tersa come un specchio, ma scabra ed aspra come un muro, o come la Terra. Al che si aggiunge, che il riflesso del specchio è grande quanto il lume dell'istesso Sole, anzi come il Sole medesimo; e quel del muro è debile e tolerabile, come quel della Luna: è dunque ella inequale ed aspra, non tersa e pulita.
9. Soggiungete che nel corpo sferico terso si fa picciola e quasi impercettibile reflessione, per esser una minimissima particella di tutta la superficie sferica quella l'inclinazion della quale ripercuote il raggio al luogo particolare dell'occhio; onde minima convien che sia la parte della superficie sferica che all'occhio si mostra risplendente, rappresentandosi tutto il rimanente oscuro. Lo confermate con esperienza di un specchio, parimente sferico, da cui, in comparazion del piano, poco lume riflesso si scorge: ed al proposito, la Luna tersa, per la sua rotondità, non egualmente per tutto ci renderebbe i raggi solari, ma più tosto restarebbe invisibile, o da una particella solo visibile; talchè, reflettendocili da ogni banda, è necessariamente aspra.
10. La cagione perchè nel scabro si vegga il lume per tutto e nel terso no, è (dite voi) questa: perchè "l'esser aspra la superficie, è l'istesso che esser composta d'innumerabili superficie piccolissime, disposte secondo innumerabili diversità d'inclinazioni, tra le quali diversità accade che ne siano molte disposte a mandar i raggi, riflessi da loro, in un tal luogo, molt'altre in un altro; ed in somma non è luogo alcuno al quale non arrivino moltissimi raggi riflessi da moltissime superficiette sparse per tutta l'intiera superficie del corpo scabroso, sopra il quale cascano i raggi luminosi": dal che nasce che da ogni parte in cui si ricevono i raggi incidenti, vengono anco i riflessi.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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