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      Ma la sferica e liscia li raccoglie quasi in un punto; e perciò ne i corpi bruniti si vede per tutto oscuro, eccetto che da una minima parte, non essendo ivi la diversità delle superficie, etc.
      11. Proponete inoltre due dubbi curiosi. L'uno è, perchè la maggior inegualità di superficie abbia da far più potente riflessione di lume.
      12. L'altro, perchè i Peripatetici vogliano questa esatta figura circolare ne i corpi celesti; ed al proposito, nella Luna. Al primo rispondete, che ciò avviene per cascar i raggi retti sopra di quelle parti, e nell'altre obliqui, con una vostra dimostrazione.
      13. E della Luna aggiungete, che se ella fusse tersa, nel plenilunio le parti verso il mezo ci si dovrebbono mostrar più illuminate che l'altre verso la circonferenza, essendo quelle per angoli retti, e queste per obliquissimi risguardate; il che non si vede; dunque le sue parti sono inequali. Onde secondo diverse elevazioni possono opporsi direttamente a i raggi del Sole, come varie montagne, e perciò apparir tutte ugualmente illuminate: nè perciò si vedrebbono oscurità di valli, o vero ombre di montagne fraposte, perchè ovunque direttamente rimira il Sole, ivi non può esser ombra di sorte alcuna: dunque la Luna, così rimirata, non mostrerebbe queste ombre.
      14. All'altro dubio rispondete, in persona di Simplicio, che l'esser i corpi celesti ingenerabili, incorruttibili, inalterabili, impassibili, immortali etc., fa che siano assolutamente perfetti in ogni genere di perfezzione; e perciochè la figura sferica è anco ella perfetta, deve questa perfezzione attribuirsi a i cieli.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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