Ed in effetto, un muro illuminato dal Sole si mostra di giorno più risplendente che la Luna nel tempo di notte, pienamente e senza impedimento irradiata dall'istesso Sole; anzi da i riflessi del lume del muro si ha maggior splendore assai, sì che vi si legge e fanno altre operazioni dipendenti dal lume, le quali non si possono fare al lume della Luna.
17. Dunque da questo segue, che il lume della Terra, il quale ella riceve dal Sole, e che è maggior assai di quello della Luna, possa illuminar essa Luna, come la Luna di notte illumina la Terra; e tanto maggiormente, quanto questo è maggior di quello della Luna, e quanto la Terra è maggior quaranta volte di essa Luna: e quanto meno la Luna è illuminata dal Sole, tanto più si vede il suo cerchio con qualche lume, che è quello che gli riflette la Terra, non impedito all'ora dal lume maggior del Sole, già che apparisce più il lume e più spicca ove meno è impedito ed ove ha d'intorno più di oscuro o di opaco. È dunque della Terra il lume che ivi in quel tempo si scorge: che se fusse proprio della Luna, si vedrebbe distinto nel tempo del suo eclisse, essendo in campo oscuro e non impedito da altro luminare; e pur all'ora poco o niente luminosa si mostra, anzi tal volta sì oscura, che si perde di vista. Non ha ella dunque più lume della Terra.
18. Apportate poi e riprendete l'opinion di un tale, che non nomate, cioè che il lume debole che si vede nelle parti della Luna non illuminata direttamente dal Sole, sia il penetrar che fa il Sole essa Luna, come farebbe di una nuvola; e concludete, ciò non esser vero, ma sì bene accader dalla riflessione del lume della Terra, come è stato detto.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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