19. Ed aggiungete, per conseguente, che se è vero che i pianeti operino sopra la Terra col moto e col lume, forse la Terra non meno sarà potente di operar reciprocamente in loro col medesimo lume e per aventura col moto ancora; e quando anch'ella non si movesse, pur gli può restar la medesima operazione, cioè del lume del Sole reflesso, e 'l moto non fa altro che la variazione de gli aspetti, la quale segue nel modo medesimo facendo mover la Terra e star fermo il Sole, che si faccia per l'opposito; ed è ragione che se la Luna opera nella Terra col lume, coll'istesso operi ella nella Luna.
20. Aggiungete di più, coll'occasione del discorso, la Luna esser durissima dall'inegualità delle sue parti: che se fusse flussibile, sarebbono tutte eguali, come accade dell'acqua; ed all'opposito, sono ineguali i monti ed i colli per la durezza loro.
21. Confermate, il lume debile nella parte non illuminata dal Sole provenir dalla Terra, con una osservazione: cioè, che avanti la congiunzione due o tre giorni ella si vede, prima dell'alba, in oriente più chiara che la sera in occidente; il che avviene che l'emisferio terrestre s'oppone alla Luna orientale, che ha poco mare ed assaissima terra, avendo tutta l'Asia; ed in occidente risguarda grandissimi mari, cioè tutto l'Oceano Atlantico sino all'Americhe: argomento assai probabile del mostrarsi meno splendida la superficie dell'acqua che quella della terra. Da queste, o altre diverse o pur simili, condizioni può la Luna apparir in alcune parti più chiara, in altre meno.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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