Ed anco quando non fusse la Luna parte del cielo, nè men cosa celeste, ma per sè stessa corpo diverso e disparato, per la contiguità che ha con i cieli, non è ragionevole che in queste qualità sia ella da loro così estremamente diversa. Già si vede che la provida natura ha servato un ordine e quasi una giustizia commutativa fra vicini corpi totali generabili e corruttibili, onde possano scambievolmente aiutarsi e ripararsi nelle discordie dall'offese: caldo, leve, raro, agile, lucido, il fuoco; e di simili accidenti è dotata l'aria sua propinqua[26]: che se fussero di tali estreme differenze, sarebbe troppo inegual la pugna; si estinguerebbe l'uno, e restarebbe l'altro solo signore: onde essendo (per voi) i cieli corruttibili, ed insieme con essi la Luna, non possono esser tanto eccessivamente diversi, quanto più che alle predette condizioni seguono accidenti ed effetti ripugnantissimi. Ma gli Peripatetici, con ragionevole avedimento, se ben pongono solidissimo e densissimo il cielo, e, vicino a lui, raro e dissipabile il fuoco, gli fanno essenti di contrarietà e di pugna, ponendo quello incorruttibile, amico e conservator di questo, e questo dependente e beneficiato da quello; onde alle lor posizioni non seguono contradizzioni o ripugnanze, come alle vostre. Questo è il modo infallibile di filosofar senza errore dalle cose inferiori alle supreme, col passaggio del mezo, dall'elementari alle celesti, dalle più note all'incognite, non per salto ed a capriccio. Voi ponete i cieli corruttibili più de gli elementi, e dall'altro canto le condizioni di scambievole corruttibilità gli levate.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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