Che poi non si vedessero oscurità di valli over ombre di montagne fraposte, perchè direttamente sono rimirate dal Sole, ed ovunque esso così rimira è illuminato, e non vi può esser ombra di sorte alcuna, vi rispondo che nè men questa è posizione evidente; conciosia che, quantunque il Sole risguardi direttamente tutto il disco della Luna, l'inegualità nondimeno delle sue parti (come asserite voi) e la loro obliquità si oppone a i diretti raggi del Sole, e fa ombra all'altre parti, e questa potrebbe vedersi, come il Sole, all'ora che più direttamente risguarda in qualche monte ineguale e ripieno di valli e di boschi, produce ombre diverse fra i colli, fra gli alberi, fra i rami, fra gli edificii, se però tutte le loro parti non fussero a linea direttissima rivolte verso la faccia del Sole, che è cosa ridicola da pensare; e se pur a qualche ora ciò potesse accadere, indi a poco, con la declinazion del Sole, si vedrebbono pur l'ombre: ed in questa maniera accaderebbe nel disco lunare, ed in varie parti di essa. E così non doveate assolutamente affirmare, nel pienilunio non apparir quest'ombre; oltre che, avendole voi vedute col vostro telescopio, vi si vedono certo, se non diceste averle viste all'oscuro, o in una parte solo di essa. Anzi che non stimo maggior ragione veder in parte o in tutto illuminata la Luna, correndo per ogni parte di essa illuminata la medesima causa, di esser (dico) vista dal Sole, ed ove egli rimira non si trova ombra: a tal che torno ad inferire, o che voi mai avete visto ombra alcuna nella Luna; o la vedeste nelle sue parti non illuminate, ove è impossibile di vedersi, eccetto che la confusa indistinta di sè medesima per mancamento dell'aspetto del Sole; o finalmente, che ella non abbia parti ineguali, anfrattuose, merlate etc.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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