Ma tali intoppi non troviamo noi nel far mover la Terra, corpo minimo ed insensibile in comparazione dell'universo, e perciò inabile a fargli violenza alcuna..
11. Di più, secondo Aristotile un corpo semplice ha un moto semplice naturale, e non più; dunque, se ciascun de gli orbi celesti con questo moto naturale può moversi senza aver de gli estranei, non è meglio e più conveniente che così sia, che ricever moti altrui? e se col poner mobile la Terra e fermo il ciel stellato o il primo mobile, ciò giustamente accade senza alcuno inconveniente, perchè non deve farsi? I quali motivi (dite questa volta modestamente) non portate come leggi infrangibili, ma che abbiano qualche apparenza, e che una esperienza o concludente dimostrazione in contrario basti a batter in terra questi ed altri cento mila argomenti probabili. Poi, rispondendo al vostro Simplicio, dite che non in comparazione alla virtù infinita del primo Motore date la difficultà del mover il cielo più che la Terra, ma per congruenze naturali ed avendo riguardo ai mobili, essendo operazione più breve e più spedita mover la Terra che l'universo, e di più avendo l'occhio alle tante altre abbreviazioni ed agevolezze che con questo solo si conseguiscono.
12. Aggiungete che un verissimo assioma di Aristotile, che ci insegna che Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora, ci rende più probabile, il moto diurno essere della Terra sola, che dell'universo, trattone la Terra. Al qual assioma di Aristotile rispondendo Simplicio che si deve aggiunger un aeque bene, instate con dire che sia superfluo ciò aggiungere; perchè il dire egualmente bene è una relazione, la quale necessariamente ricerca due termini almeno, non potendo una cosa aver relazione a sè stessa, e dirsi, v. g., la quiete esser ugualmente buona come la quiete; e perchè quando si dice: "In vano si fa con più mezi quello che si può far con manco mezi", s'intende che quello che si ha da fare deva esser la medesima cosa, e non due cose differenti, e perchè la medesima cosa non può dirsi egualmente ben fatta come sè medesima, adunque l'aggiunta della particola egualmente bene è superflua ed una relazione che ha un termine solo.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Terra Aristotile Terra Simplicio Motore Terra Terra Aristotile Frustra Terra Terra Aristotile Simplicio
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