Indi passate a portar le ragioni d'Aristotile, de i Peripatetici e d'altri, per le quali si prova che la Terra stia ferma e si mova il cielo, per confutarle e far che la vostra posizione resti corroborata. Ma pria che veniamo a queste, sarà bene essaminar le precedenti con ordine, ad una ad una.
1. E prima, quanto alla imputazione che voi stiratamente date ad Aristotile, lo vegga chi ha mai con osservazione letta la sua dottrina, e specialmente la filosofica, che fa ora al proposito. In tutte le sue opere naturali (che io per più di vinticinque anni continui, con la scorta di buoni lettori prima, poi con ottimi libri e con assidui essercizii di insegnarla, ho con ogni possibile accuratezza studiata ed osservata) ho trovato solamente tre over quattro trasposizioni di testi; la quale (dato che non sia stata trascuraggine de gli più antichi compilatori, per fuggir ogni scusa vile) non toglie mai il senso, nè l'ordine, nè la dottrina regolata e conseguente, come son pronto di far veder a chi si sia, o pure come ogni intelligente non appassionato può veder da sè stesso. E per questo, immoderatamente amplificare che nell'istessa maniera si contengano i sensi ne i suoi scritti come tutte le cose nell'alfabeto o tutte le pitture ne i colori, non è da persona amica sinceramente dell'investigazion del vero, ma più tosto da mordace ed invida dell'altrui gloria. L'esser egli recondito e succinto è virtù e gravità venerabile, conveniente a sì alto soggetto di cui si tratta, alla fama di chi ne scrive, e forse allo stile di quei tempi, alla greca filosofica elocuzione; sarebbono facultà communali, se al modo triviale da gli uomini grandi si conferissero.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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