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      E chi non sa che così bene si vedrebbono tutte le parti di una ruota se ella si raggirasse intorno a chi la vuol vedere, come se egli si volgesse attorno di essa? come anco per l'uniformità, del moto, e per l'acquisto ad unguem de gli medesimi siti senza alcuna minima variazione o irregolarità o difformità, è forse impossibile distinguere se il moto sia di questa o di quello. Ma per questo effetto dire, il moto non esser moto se non in rispetto, non è al proposito. Le dottrine che mancano di verità, di distinzione e di ordine, mancano di esser dottrine.
      4. Dall'aver fatto conoscere che il supposito non è buono, casca per sè stesso tutto il vostro primo discorso; poscia che non poniamo il moto del cielo e la quiete della Terra per quel puro rispetto che voi dite, nè per la semplice apparizion di siti, orizonti o de gli aspetti etc., che sarebbono (come ho pur anco detto) i medesimi col moto tanto del cielo quanto della Terra, ma perchè l'operazioni maggiori ed universali convengono alle cagioni ed a i corpi più nobili: sì che se la Terra avesse ella il moto ed il cielo si stesse immobile, ella sarebbe più operatrice e più nobile di quello, già che noi non abbiam altra via più spedita e sicura di conoscer la differenza delle cose, che quella delle operazioni, delle quali tutte principalissima fra le naturali è il moto: onde la Terra (che pur chiamate, nel primo vostro Dialogo, sentina d'immondizie, feccia del mondo[36]) sarebbe il primo mobile, operatrice somma, indefessa, primo instromento del Divino Architetto, e dovrebbe per conseguente esser la sua sede regale, non stanza di animali miserabili ed immondi.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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