Pagina (863/1069)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E vedete ancora, non esser l'istessa ragione di contrarietą fra due moti fatti l'un contra l'altro sopra una linea retta, con quella di quei che si fanno sopra la circolare, e pił, particolarmente discendendo a i moti celesti, poichč non si fanno sopra i medesimi poli, onde anco si fuggirebbe questo apparente incontro. Nč č simile l'incontro di due cavalieri o di due armate in mare, essendo fra costoro contrarietą per cagion di vita e di morte, di vittoria o di perdita, non gią per l'acquisto di un medesimo luogo. Oltre che nella diversitą de' moti celesti non avemo due mobili contrarii sopra l'istessa distanza circolare, poichč ogni corpo celeste si move nel suo proprio giro o luogo, senza occupar quel dell'altro; ma sģ bene in un mobile solo avemo pił moti: e questo niun assurdo contiene, come che non sia inconveniente in un medesimo soggetto esser diversissimi accidenti, massime non repugnanti, e come non sarebbe impossibile che un sasso tondo, cadendo da alto a basso, si rivoltasse insieme, cadendo in giro; e pur maggior ripugnanza č fra il moto retto ed il circolare, che fra l'un circolare e l'altro. E voi stesso concedete alla Terra tre moti insieme, non meno oppositi che i predetti del cielo. Di modo che (tornando a riconcludere in universale), nč per causa di termini, nč per unitą pura di spazio, nč per opposizion dimobili, nč per identitą di poli, hanno i celesti moti contrarietą fra loro; ed all'opposito, per communicazione di beni, per diversitą di effetti, per connessione di operare, per dipendenza ed ordine ad un primo, gli inferiori devono participare il moto del pił nobile: e cosģ esso, e non la Terra, č ragionevolissimo che si mova, o che i cieli dalla Terra dipendano ed ella sia il primo mobile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Terra Terra Terra