È ben vero che esso, insieme con Platone ed altri famosi filosofi, pone per primo mobile l'ottava sfera stellata, alla qual posizione non si farebbono facilmente tante opposizioni quante possono farsi a coloro che sopra di essa pongono altri orbi pur mobili: e (per dirla) mi è sempre questo pensiero sommamente piaciuto, per una special congruenza della nobiltà del primo cielo, stimato sede di Dio, corpo divino ed alla vera divina grandezza (per quanto può sustanza corporea finita all'infinito purissimo immateriale attarsi) proporzionato: e già a questo gli filosofi e gli astrologi attribuiscono i principali influssi e le più nobili operazioni. Egli, quasi regal teatro, al cospetto di quell'onnipotentissimo Monarca, fa pomposa mostra di lampadi innumerabili, eterne, inestinguibili; egli per meraviglia attrae, e quasi rende stupidi, gli occhi e la mente de' risguardanti; di lui son quasi tutti i stupori: talchè non altro più nobile, nè altro primo, di esso più propinquo a Iddio, massime un che fusse senza stelle (come dicono di quel che pongono primo), dovrebbe ponersi. È re de' pianeti il Sole, è padre de' viventi e l'occhio principale dell'universo; son pieni di virtù e di opere gli altri pianeti: ma la loro unità dalla numerosità innumerabile delle stelle, dalla velocità del moto incomparabile è in mille guise superata da questo primo corpo celeste e divino. E chi sa, che la cagione per cui gli astrologi hanno sonniati altri cieli sopra di esso, non sia appunto un sogno? e che il moto di settemila anni, che da loro gli vien attribuito per proprio, oltre il diurno di 24 ore, sia vero? qual età, qual speculazione, sarà senza errore giunta a tal conoscenza?
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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