Sarebbe però più inescogitabile il ponerla in qual si voglia altra maniera di quella che la pongono i Peripatetici, e specialmente immobile, oziosa, fluida, come la fingete voi, e con le stelle vaganti ed immobili, raggirate in mille modi e pur quiete, con altre contradizzioni manifestissime, con gli inconvenienti che per conseguenza ne seguirebbono contra voi, addutti da voi medesimo. Nè per tener a segno le stelle deve quella sfera esser immobile, ma basta che vi sian fisse dentro, aggirandosi pur ella.
10. Nè la settima instanza è di vigor alcuno, già che appunto a quel corpo supremo deve attribuirsi suprema invincibil forza e dominio sopra gli altri, quasi nel modo che l'omnipotente Iddio l'ha sopra lui e sopra tutto il resto dell'universo, sì che sarà convenevolissimo che seco rapisca gli altri corpi inferiori, per conferirgli virtù, la qual diffonda a proporzione e con ordine al fine; onde se sino alla Terra non si estenda, ciò deve esser non per mancamento di potere, ma per altri fini da noi non conosciuti e perchè poco a questo infimo elemento una cotal participazione sia di mestieri. Già gli ordini e l'opre tutte della natura hanno il principio, la regola e la misura, da' fini a' quali sono ordinate, e con questi più tosto che con la vastità della mole o con la imperfezzione della materia si conformano. Gli intoppi che si trovano nel far mover la Terra e star fermo il cielo divengono da più alta cagione che da questa vostra fievole, i quali ho accennati e forse toccati a bastanza di sopra.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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