12. È bella l'obbiezzione finalmente che voi fate all'aggiunta dell'assioma di Aristotile, dico a quel aeque bene. Per vita mia, che sete un speculativo profondissimo; non è da maravigliarsi che, sopra l'intelligenza de gli altri, facciate così alte pescagioni nel cielo. È vero (rispondo sul serio) che il dire aeque bene è una relazione che ricerca due termini: ma questi non sono la cosa medesima che si fa, la quale è veramente una sola, ma sono i modi diversi con i quali può farsi, alcuni de' quali non saranno bastanti a farla così bene, come altri o più; ed eccovi quanti termini di relazione volete voi. Ma veniamo alla prattica. Uno può da Venezia andar in Roma a piedi ed a cavallo, ma a piedi non vi anderà aeque bene come a cavallo: ed un marinaro potrà di qui andar per mare in Ancona con una barca di quattro remi e di otto; vi anderà sì, ma non aeque bene con i quattro come con gli otto: e così è uno il viaggio o la navigazione, ma i modi son molti, e questi pertengono all'aeque bene. Sì che voi, senza distinzion di modi alla cosa, il tutto confondete in uno: ma vi si può perdonare, perchè il conoscere la forza de gli argomenti, le distinzioni e le fallacie, tocca alla logica, la quale voi dispreggiate, chiamandola incerta e attribuendo ogni certezza ed ogni dimostrazione alla matematica. Ed al vostro proposito della Terra e del cielo, ancorchè ella si potesse movere e star ferma la sfera prima, ciò non sarebbe aeque bene; perchè ripugnarebbe alla condizione e virtù di quei supremi corpi, ed alla viltà parimente della Terra, ed all'altre cose delle quali già si è detto a bastanza.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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