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      Or venite all'esamine delle predette; le cui posizioni acciò più chiaramente siano intese, deve osservarsi che il vostro fine (come espressamente dite) è di provare che la Terra si mova circolarmente e che il Sole e la sfera stellata siano del tutto immobili, di modo che essa Terra con il suo moto ha da supplire a tutte l'apparenze e moti(359) che a questi due orbi si attribuiscono: il moto de gli altri pianeti non è da voi negato. Or sentiamo le vostre soluzioni, con le confutazioni che io apporterò immediate ad una per una, conforme al fine propostomi nell'assunto di questa opera, che fu mera esercitazion filosofica.
      1. Rispondete per tanto così al primo. Quando Aristotile disse che il moto circolare alla Terra sarebbe violento e perciò non perpetuo, e che anco le parti dovrebbono moversi di questo moto circolare, questo moversi circolarmente si può intendere in due modi: "uno, che ogni particella separata dal suo tutto si movesse circolarmente intorno al suo proprio centro, descrivendo i suoi piccoli cerchiettini; l'altro è, che movendosi tutto il globo intorno al suo centro(360) in ventiquattro ore, le sue parti ancora girassero intorno al medesimo centro in vintiquattr'ore. Il primo sarebbe una impertinenza non minore che se altri dicesse che di una circonferenza di cerchio ogni parte bisogna che sia un cerchio, overo perchè la Terra è sferica, ogni parte di Terra bisogna che sia una palla, perchè così richiede l'assioma Eadem est ratio totius et partium. Ma se egli intende nell'altro, cioè che le parti, ad imitazion del tutto, si moverebbero naturalmente intorno al centro di tutto il globo in vinti quattr'ore, io dico che lo fanno; ed a voi (rivolto al vostro Simplicio), in vece d'Aristotile, toccherà a provar che no.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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