Pagina (883/1069)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il far mobile la Terra perciņ di moto circolare, nč ad essa nč alle parti sarą naturale nč eterno, anzi violento (gią che ha il suo moto naturale retto) e perciņ non eterno, essendo ben vero che niun moto violento č eterno, con l'intelligenza sana che parimente ho apportata nel primo libro; e cosģ il suo moto č terminato, non per impedimento (come fate rispondere al vostro Simplicio), ma per mera naturalezza, e vi si concede cortesemente che niun moto terminato e niun reflesso sia eterno, e per conseguente nč eterno quello della Terra: sģ che noi, levandogli il moto circolare, come a lei repugnante, la statuimo immota, ma perņ mobile nel modo che alla sua natura conviene ed io pur nel detto luoco ho dichiarato.
      2. Al secondo argomento dite, che Aristotile istesso vi mette la risposta in bocca, gią che nel secondo del Cielo, al testo 97, ove dice: Praeterea, omnia quae feruntur latione circulari, subdeficere videntur, ac moveri pluribus una latione, praeter primam sphaeram; quare, et Terram necessarium est, sive circa medium sive in medio posita feratur, duabus moveri lationibus: si autem hoc acciderit, necessarium est fieri mutationes ac conversions fixorum astrorum: hoc autem non videtur fieri; sed semper eadem apud eadem loca ipsius et oriuntur et occidunt, due posizioni, vuole Aristotile impugnare: l'una, che la Terra si mova in sč stessa circa il proprio centro; l'altra, che essendo lontana dal centro andasse intorno ad esso, nel modo che fa un pianeta; ed egli erra nell'una e nell'altra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Terra Simplicio Terra Aristotile Cielo Praeterea Terram Aristotile Terra