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      È contra la vostra posizione, già che volete che si movino per loro naturalezza. In oltre, se l'aria agirata porta, tanto fa che un grave si ponga in aria quanto in Terra, per star saldo; e potrebbono fabricarsi castelli e città, in aere. L'imaginazione che per esser l'aria, più vicina alla Terra, vaporosa e grossa (che è vero), si raggiri dalla asprezza di essa Terra e de' monti, e perciò segui il moto diurno della Terra, onde conferisca a portar uniformemente questi proietti, è parimente arbitraria e senza fondamento: diventa perciò ella forse sì grossa che sia impenetrabile? che vi nuotin le pietre come nel lago Asfaltide? potria dunque senza periglio alcuno precipitarsi dall'eccelso di rupe altissima, chi gli piace, che non percuoterà in Terra nè riceverà offesa veruna. Oltre che se quest'aria confinante con la Terra, per le predette condizioni grossa, sia bastante a sostentar i gravi, l'altra sublime, che è purgata e sottile, non avrà questa facoltà; e così l'esperienze di proietti, dell'artiglierie e d'altri non avranno verità conforme. Anzi, che secondo la diversità delle stagioni e de' luoghi si vedrebbono variar questi siti e queste sperienze: già che in tempi piovosi e turbidi i vapori vicini alla Terra sono più grossi e gravi che ne gli estivi e sereni; ne i luoghi alti e montuosi l'aria v'è sottilissima e purgata: bisognerà, per tanto con più aggiustato compasso misurar più cose, variar esperienze ed essempi; overo (che sarebbe più giusto) accomodar l'ingegno al vero.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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