Oh come avreste conchiuso, più tosto che ributtar quest'armi, che vi erano tanto favorevoli!
La quarta cosa è, che supponete il vento esser nient'altro che l'aria mossa, opinione di molti antichi filosofi, ma non già di Peripatetici: però voi, che contra questi parlate, doveate apportarne qualche ragione, aspettando indubitatamente che vi sarebbe negata; e ricever le negazioni in filosofia senza difesa, è quasi oltraggio: nè mancano essi a sè stessi di provar che il vento non sia aria commossa, ma da quella totalmente diverso; ed anco ciò dovevi avvertire e confutare; ogni punto che giova a i vostri avversarii fa pregiudizio notabile a voi. Gli accidenti meravigliosi che dite seguir da i proietti, cioè che il moto della pietra cadente dall'albero della nave che camina, facendo una linea trasversale, si faccia in tempo uguale con quel che si fa dalla medesima pietra cadente dall'albero che stia quieto; e così i tiri di colubrina verso l'orizonte di mille braccia o quattro mila etc., posta sopra una torre alta cento braccia, siano in tempo uguale con la caduta di una palla dalla torre al suo fondo; come che siano contra l'esperienza, ed in falsi suppositi, del vostro doppio moto retto e circolare, fondati, e di nissun rilievo alle nostre controversie, non voglio più che tanto considerargli, tanto più che si solvono dalle determinazioni precedenti: ho voluto però accennargli, e per non romper il filo, e per tirargli in conseguenza al giudizio di discreti lettori. Fa instanza Simplicio con dire, che se fusse vero quel che avete detto di tali ugualità di moti, sarebbe anco vero che una palla cascata di mano da un cavalier che corresse velocemente sul cavallo, seguirebbe ella quel corso.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Peripatetici Simplicio
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