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      Imperciochè se questo fusse vero, seguirebbe che la linea potria esser composta di punti, e la sfera parimente; anzi la sfera non sarebbe sfera, nè sferica, ma del tutto indivisibile. Conciosia che, posta la sfera sopra un piano perfettissimo, tirata a striscio, segnarebbe una linea, e pur sempre tocca in un punto; ecco che le parti della linea sarebbono punti, e di essi verrebbe ad esser composta: la qual cosa ed in filosofia ed in matematica è stimata falsissima, già che vogliono, ogni quantità continua costare di parti sempre divisibili[45]. Anco la sfera saria pur di punti e di niuna quantità; perchè voltando in giro la sfera sopra l'istesso piano, senza variar sito o distanza, sempre toccherebbe in un punto, e così i punti contigui, anzi continui, a i punti la constituirebbono; overo bisognerebbe venir a dar altro contatto che di punti, e così non toccherebbe in un punto. Ed essendo il punto indivisibile, non può conferir esser divisibile, nè quanto, nè circolare; perciò seguirebbe finalmente che la sfera saria indivisibile, non quanta, non sfera, non sferica. Nè la vostra dimostrazione può levar questi evidentissimi assurdi, anzi sarebbe meno inconveniente (secondo il mio giudizio) dire che una linea retta tirata tra due punti non sia sola la brevissima: e questo concluderete con la vostra dimostrazione in questo senso, che ella sia brevissima sì che non ve ne sia alcuna altra più breve; ma altre ugualmente brevi, non sia alcuno inconveniente, come mostrate: ed in questa maniera non supponerete una falsità manifesta per salvar una proposizione che ha diverse interpretazioni; già i superlativi nell'esposizion negativa admettono gli eguali, e così sarebbe al proposito.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069