Č cosa indubitata da esperienze sensate, che niuna cosa si genera senza precedente disposizione, nč senza di questa, si corrompe: quelle stelle, dunque, di mole sė smisurata fu necessario che prima avessero le sue convenienti disposizioni, ed in tal modo fusse una massa che a poco a poco crescesse[55], ed indi ricevesse similmente l'essere in questa maniera; onde doveano vedersi nella lor produzzione da picciole divenir grandi[56], e nella corruzzione l'opposito. Giā una machina immensa, avendo le sue naturali resistenze, non nasce e non perisce intieramente in un istante; rimirate pure in tutto le cose naturali, e massime ne' fenomeni sublunari durevoli, a' quali dovrebbono assimigliarsi le stelle vostre corruttibili, e le loro generazioni e corruzzioni alle generazioni e corruzzioni di questi[57]. Or chi ha visto questo progresso nelle stelle sudette? e perchč non dichiarate voi il modo della lor produzione e corruzzione?[58] troppo vi arrogate, credendo col dir solo "Si sono generate e corrotte, perchč si son viste e disparse" vi si abbia a credere, senza che ne apportiate una minima imaginaria ragione[59]; e tanto dite a punto, come chi dicesse che alcuno nasce mentre va fuora di casa, e nell'entrar dentro muore. E qual inconveniente dall'altra parte fora di poner gli epicicli col moto sudetto? forse repugnerebbe a quell'orbe che č tardissimo, almeno (come dicono) di un moto di settemila anni? (che disconcio sarebbe se, a varii fini della natura incogniti ed impenetrabili dall'umano intelletto, qualch'una delle sue parti partecipi a porzione tal tarditā di moto?
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestā il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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