La Terra poi insieme coll'orbe lunare, non so come, posta meza nell'orbe magno e meza in quello di Marte, possa aver il moto annuo dall'orbe magno: quel di Marte dunque non vi avrà parte alcuna? o come partecipa di ambedue questi moti? o in qual maniera resta esente da uno? o come si mischiano insieme? son cose da non esser lasciate intatte da chi vol dar dottrine uniformi e distinte; e pur non fate di ciò parola. L'istesse difficultà sono dell'epiciclo Mediceo fra Saturno e Giove, se pur non aveste errato nel disegno della figura, o che non poneste qualche orbe senza corpo, ma pura superficie, che saria peggio. Vi vantate di metter la Terra in cielo ed onorarla; così parlate col vostro Simplicio nel primo Dialogo: ed io (scherzando in questo) vi dico anco che ciò fanno meglio i Peripatetici, constituendola in mezo del cielo, e voi solamente verso gli estremi, circondata, o in un luogo o nell'altro, sempre da gli elementi ed indi dall'orbe della Luna. Collocata però in questo o in quell'altro modo, non seguirebbono gli inconvenienti che inettamente inferiscono alcuni (secondo che voi riferite); cioè che si potrebbe dire, essendo nell'orbe magno la Terra e nel centro del mondo il Sole, che esso Sole, Venere e Mercurio sono sotto la Terra, e che le materie gravi vanno naturalmente all'insù e le leggiere all'ingiù, e che Cristo, nostro Signore e Redentore, salì a gli inferi e scese in cielo, quando partì da noi: non vagliono, dico, giachè tanto verso i detti pianeti quanto verso altra parte l'allontanarsi dalla Terra è sempre salire ed avvicinarsi al cielo.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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