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      Talchè, concessovi, per non esser litigioso, che se quell'orbe contenesse entro sè stesso la sfera della Luna tenue, agitarebbe col suo moto la superficie convessa di quella, ma che si communicasse a tutto il resto del corpo, e poi anco de gli elementi e della Terra, non è imaginabile nè vero; oltre che verrebbe per ordine ad esser la Terra immediate portata e mossa dall'aria, anzi dall'acqua, non da quel cielo; e questo sarebbe l'ordine: l'orbe magno moverebbe la sfera della Luna, quella il fuoco, questo l'aria, l'aria l'acqua, e l'acqua la Terra; e pur voi diceste di sopra che la Terra move l'aria col suo moto, se ben solo le parti contigue e crasse, non già al contrario. Direte forse che quel vostro orbe magno penetra sino alla Terra: ed io attenderò che altro non sia questo vostro orbe orbo che acqua aria e fuoco, penetrativo dell'orbe lunare etc.; e poi, perchè Marte non ha parte in questo moto della Terra e della Luna, se è situata l'intiera sfera di questi corpi egualmente in questo che in quello? se pur non errate nella figura. E se vi ha parte, essendo il moto di Marte diverso ed in due anni (come volete ancor voi), in qual guisa si accorda con l'annuo? o in qual modo fa circa ciò il suo officio? o per qual cagione ne è esente, o perchè voi nel dite? Direte forse che Marte non ha da far niente: ma se ciò sia vero, a chi rimira bene la vostra figura sarà necessario dire che il ciel di Marte non sia corpo, ma una sola superficie; e così avremo superficie separate, esistenti a guisa di sostanze, e le vostre matematiche non saranno di cose astratte, ma indifferenti dalle naturali, e gli accidenti saranno soli, separati dalle sostanze, mobili, e parti principali del mondo: e se liberate Marte da questa pena, sarete forzato ciò imputar a Giove o a Saturno, overo al vostro orbe magno.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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