2. "Ma qui doviamo attentamente notare, come rigirandosi un cerchio intorno al proprio centro, qualsivoglia parte di esso convien moversi in diversi tempi di moti contrarii: il che è manifesto considerando che mentre le parti della circonferenza intorno al punto D si movono verso la sinistra, cioè verso E, le opposte, che sono intorno all'F, acquistano verso la destra, cioè verso G, talchè quando le parti D saranno in F, il moto loro sarà contrario a quello che era prima, quando era in D; in oltre, nell'istesso tempo che le parti E discendono, per così dire, verso F, le G ascendono(367) verso D. Stante dunque tal contrarietà di moti nelle parti della superficie terrestre, mentre che ella si raggira intorno al proprio centro, è forza che, nell'accoppiar questo moto diurno coll'altro annuo, risulti un moto assoluto per le parti di essa superficie terrestre ora accelerato assai ed ora altre tanto ritardato: il che è manifesto considerando prima la parte intorno a D, il cui moto assoluto sarà velocissimo, come quello che nasce da due moti fatti verso la medesima banda, cioè verso la sinistra: il primo de' quali è parte del moto annuo, commune a tutte le parti del globo, l'altro è dell'istesso punto D, portato pur verso la sinistra dalla vertigine diurna; talchè in questo caso il moto diurno accresce ed accelera il moto annuo: l'opposito di che accade alla parte opposta F, la quale, mentre dal commune moto annuo è portata, insieme con tutto il globo, verso la sinistra, vien dalla conversion diurna portata, ancor verso la destra; talchè il moto diurno viene a detrar all'annuo, per lo che il movimento assoluto, resultante dal componimento di amendue, ne riman ritardato assai: intorno poi a i punti E, G il moto assoluto viene a restare come eguale al semplice annuo, avvenga che il diurno niente o poco gli accresce o gli detrae, per non tendere nè a sinistra nè a destra, ma in giù ed in su.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Stante
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