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      Ed appunto la Terra nella vostra figura č a guisa della ruota, e l'orbe magno dell'acqua, o con poca differenza: le cose simili non si hanno da intendere per istesse. Non č dunque possibile che in un corpo solido si dia irregolaritą nelle parti, che anco non risulti nel tutto.
      2. Parimente nč anco č vero che un cerchio movendosi intorno al proprio centro, qualsivoglia parte di esso convenga moversi di moti contrarii in diversi tempi. Conciosia che dove č una indivisa continuazione, ivi č vera unitą, nč č altro esser uno, che indiviso; onde essendo le parti predette ed il moto loro similmente continuato, č un solo attuale, che č impossibile che sia contrario a sč stesso, essendo la contrarietą fra due e repugnanti: e perciņ volle ragionevolmente Aristotele, nell'ottavo della sua Fisica, che niun moto contrario fusse con l'altro continuato, e diede per questo la quiete ne i moti retti reflessi; nč vi apporto questa dottrina per auttoritą, che l'abbiate da ammettere, ma per mostrar la conformitą del suo dire alla veritą delle cose. Il moversi verso la destra e verso la sinistra senza discontinuazione non fa contrarietą nč tanpoco pluralitą. L'istesso diremo dell'ascendere e discendere, che per somiglianza si dicono nel moto circolare.
      3. Ora, essendo falsi questi suppositi, séguita che sia falsissimo quel che da essi inferite, cioč che, "stante tal contrarietą di moti nelle parti della superficie terrestre, mentre che ella si aggira intorno al proprio centro, č forza che, nell'accoppiar questo moto diurno coll'altro annuo, risulti un moto assoluto per le parti di essa superficie terrestre ora accelerato assai ora altre tanto ritardato"; gią che (come ho detto) questi moti delle parti non son contrarii, nč si puņ dar discontinuazione nel corpo solido, onde cade tutto il rimanente del vostro discorso, come che il moto signato nella parte D sia velocissimo, nel EG eguale, etc.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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