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      Ecco la somma delle vostre dottrine, con quelle osservazioni che più sinceramente, per intelligenza del vero, non per detrarre al vostro sapere, da me si sono potute addurre: per ultima chiusa delle quali voglio memorar di novo un punto, che ad altre occasioni ho altre volte toccato, ed è questo. Nel principio vantaste spesso di voler proceder talmente per vie sensibili, che Aristotile (il quale in questa maniera promise ed insegnò che si procedesse) avrebbe mutato opinione, avendo visto che così avete osservato voi e non egli; e nondimeno nel progresso sete sempre così stato lontano ed estraneo da questo stil di procedere, che (tolta via una posizione sola, solo credibile, non scienziale, cioè delle cose che affirmate veder in cielo col telescopio) tutte le controversali direttamente ripugnano alla cognizion sensitiva, come può ciascun veder da sè stesso e come espressamente dite voi medesimo a car. 325 parlando della dottrina del Copernico (che è questa istessa che voi suscitate o commentate), che si sia resa credibile e maravigliosa a molti contra ogni sensata esperienza, ma con le pure raggioni. Alcune vostre dimostrazioni, che non mancano di speculazioni bellissime, perchè non fanno contro l'assunto Aristotelico (il quale solamente, per esercizio alla mia professione convenevole, mi ho preso ad esaminare e difendere), non ho voluto toccare: già non intendo pregiudicare al giusto, a quanto dite di buono e fuora dell'intrapresa controversia; nè ho alcun fine di offendervi(369), anzi di onorarvi per quanto so e posso, con ogni candidezza di cuore e di opere.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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